Priorato di Sion
Sveliamo la grande bufala sul Priorato di Sion e sul fantomatico tesoro del parroco Saunière, additato da molti come lo scopritore delle prove circa il legame tra Cristo e Maria Maddalena.
Recentemente tra film avvincenti e libri fantasiosi abbiamo spesso sentito parlare del cosiddetto Priorato di Sion, che riporta alla mente storie di cavalieri, tesori e segreti. Oggi racconteremo la sua storia, in modo chiaro e realistico, ma per farlo dobbiamo prima raccontarvi un’altra storia, quella del parroco Bérenger Saunière e della piccola cittadina di Rennes-le-Château.
Dal 1885 al 1909, Saunière fu il parroco della chiesa di Santa Maria Maddalena a Rennes-le-Château, un piccolo comune del sud della Francia. Lì finanziò il restauro della sua parrocchia, in seguito al quale, pare, trovò delle reliquie: uno dei diari del parroco parla infatti della scoperta di un sepolcro, che potrebbe aver trovato sotto il pavimento della chiesa (probabilmente di un signore locale), un contenitore di oggetti preziosi, delle piccole pergamene contenenti forse delle genealogie (i più arditi sostengono fossero quelle che collegano i re Merovingi a Maria Maddalena e a una fantomatica discendenza da Cristo) e probabilmente qualche reperto lasciato sul posto da Antoine Bigou, parroco di Rennes durante la Rivoluzione francese. Ad incendiare la fantasia degli abitanti del posto (che credevano fermamente nella scoperta da parte del prete di un favoloso tesoro) fu però il repentino blocco dei lavori di restaurazione, e i strani lavori nel cimitero attiguo alla chiesa che il prelato stesso faceva durante la notte aiutato dalla fedele perpetua Marie Denarnaud, seguiti da un cambiamento dello stile di vita di Saunière che in breve tempo lo portò a costruirsi una serie di eleganti costruzioni tra cui una villa (Villa Betania), dei giardini, una balconata panoramica, una torre-biblioteca e una serra per gli animali esotici. Il suo comportamento molto particolare arrivò alle orecchie del vescovo che dopo poco lo destituì dall’incarico.
Ma ormai la voce del favoloso tesoro di Saunière si era sparsa in tutta la Francia e la fama di Rennes-le-Château crebbe enormemente tanto da attirare curiosi e turisti da ogni dove. Uno tra questi fu un certo Pierre Plantard che, 50 anni dopo, sulle fantasie circa il tesoro di Saunière impiantò tutta la sua carriera di sedicente esoterista. Quest’ultimo raggiunse il piccolo paesino spinto dalla curiosità e lì fece amicizia con il curatore delle eredità lasciate da Saunière, Noel Corbu. Alimentato dai vaneggiamenti di Corbu che era solito mettere in giro varie dicerie su fantomatiche reliquie e tesori ereditati da Saunière per attrarre possibili clienti verso il ristorante che egli aveva aperto nel 1955 e dalla sua megalomania, Plantard si autonominò discendente di Sigeberto IV, presunto figlio illegittimo di Dagoberto I, ultimo re Merovingio, morto a seguito di una congiura di palazzo, diventando così in pratica l’ultimo discendente della dinastia Merovingia, la cui origine è stata spessissimo oggetto di dispute: secondo la medievale “Legenda Aurea”, Maria Maddalena, dopo la crocifissione di Gesù, sarebbe fuggita dalla Palestina su una barca per approdare in Provenza, da dove avrebbe poi, incinta, risalito il Rodano raggiungendo la tribù dei Franchi, in Occitania, e lì avrebbe avuto un figlio di nome Giacomo.
Molte sono le leggende a riguardo e le festività a queste collegate che traggono origine da antichissimi racconti tramandati oralmente: ad esempio il 23 ed il 25 maggio, a Les-Saintes-Maries-de-la-Mer, una piccola cittadina sulla costa francese della Camargue, si celebra una festa in onore dell’arrivo del figlio di Gesù e di sua madre Maria Maddalena. La festa trae origine da un’antica tradizione orale che narra dell’arrivo di una barca senza timone con a bordo Maria Maddalena, sua sorella Marta, suo fratello Lazzaro e una bambina.
Ma torniamo a Plantard, che una volta a casa, il 7 maggio 1956 ad Annemasse fondò il cosiddetto “Priorato di Sion – C.I.R.C.U.I.T. (Cavalleria di Istituzione e Regola Cattolica e di Unione Indipendente Tradizionalista)”. L’associazione prendeva il nome da una vicina montagna, chiamata Sion, nei pressi di Annemasse. Il Priorato inizialmente si dedicò, tramite un suo giornale intitolato Circuit, ad opporsi alla borghesizzazione della regione, ma in seguito venne trasformato da Plantard (che aveva il ruolo di gran Maestro) in una sorta di loggia iniziatica, con lo scopo fantasioso di restaurare la cavalleria e la monarchia in Francia, e soprattutto di portare avanti le sue assurde pretese al trono di Francia.
Il Priorato di Sion iniziò a produrre fra il 1964 e il 1967 tutta una serie di documenti, sotto il nome di “I Dossiers segreti” di Henri Lobineau, spesso di distribuzione limitata e pubblicati in edizione privata.
Gli argomenti di queste carte erano generici, ma in tutti vi erano riferimenti, più o meno espliciti, a un presunto passato millenario del Priorato; inoltre molti di questi documenti si ricollegavano al mistero di Bérenger Saunière. I documenti, che poi Plantard stesso definì dei falsi, furono depositati alla Bibliothèque Nationale di Parigi sotto vari pseudonimi.
La notorietà del Priorato di Sion inizierà in seguito all’amicizia di Plantard con Gérard de Sède, uno scrittore già noto per un libro “I templari sono fra noi”. Questo incontro porterà alla pubblicazione di un successivo libro di de Sède, “L’oro di Rennes”. Nel libro veniva raccontato il ritrovamento, corredato da alcune testimonianze, da parte di Saunière di alcune pergamene che facevano appunto riferimento al tesoro che apparteneva a Dagoberto II e a Sigisberto IV, presunto figlio illegittimo di Dagoberto che nel racconto di Plantard diviene l’anello di congiunzione tra i Merovingi e i signori di Rennes-le-Château, dai quali, come abbiamo già detto, egli affermava di discendere. In realtà, le pergamene riprodotte nel libro di De Sède erano state create ad hoc dal marchese Philippe de Chérisey, amico di Plantard e il tesoro di Saunière probabilmente non esiste: il parroco deve aver ritrovato alcune reliquie particolari di sicuro ma non di un valore tale da giustificare il suo stile di vita lussuoso che invece da alcuni documenti ritrovati nell’archivio della diocesi sembra essere frutto di una truffa ben architettata da Saunière. Attraverso una serie di annunci pubblicitari in giornali e riviste a carattere religioso, il curato sollecitava l’invio di denaro promettendo di dir messa per i defunti; molte persone spedirono denaro richiedendo centinaia o migliaia di messe che però non vennero mai celebrate.
Inoltre Gérard de Sède nei suoi libri sosteneva che il Priorato di Sion derivava da tre società segrete: gli Esseni, i Saggi della Luce (discepoli di Ormus) ed i monaci dell’abbazia di Sion, tra i quali vi era Pietro l’Eremita, che non solo era stato l’istitutore di Goffredo di Buglione, ma anche l’ispiratore della prima Crociata.
Teorici del complotto (basandosi sulle stravaganti teorie di de Gérard e di Plantard) annoverano tra i membri dell’antichissimo Priorato Leonardo da Vinci, Isaac Newton, Sandro Botticelli, Victor Hugo e Claude Debussy e sostengono che questa antica e misteriosa organizzazione sarebbe nata per proteggere la discendenza di Gesù alla quale sarebbero collegati i templari e anche la massoneria, sempre alla ricerca dei segreti del Sacro Graal.
Nei primi anni ’90 una serie di articoli e libri misero in luce il grande imbroglio architettato da Plantard: in seguito al coinvolgimento nel suo imbroglio di alcune personalità pubbliche francesi, il tribunale ordinò una perquisizione nell’abitazione di Plantard, in cui furono rinvenuti molti documenti, inclusi alcuni che proclamavano Plantard come vero re di Francia. Sotto giuramento, lo stesso ammise di aver fabbricato da sé tutto. A Plantard venne ordinato di cessare e desistere da tutte le attività legate alla promozione del Priorato di Sion. Sicuramente non di buon grado accettò la sentenza e visse lontano dai riflettori fino alla propria morte, avvenuta a Parigi il 3 febbraio 2000.
Successivamente fu anche accertato che sia “I Dossiers segreti” sia le pergamene erano documenti falsi e anche tutte le persone coinvolte nella falsificazione lo ammisero, sia pure dopo qualche anno.
Fonte per le foto: Wikipedia, Wikimedia